Chiusi in casa ma aperti con la mente al nostro futuro abbiamo più tempo per riflettere e riorganizzarci.

Cari amici, come tantissimi concittadini, sono barricato in casa con il pensiero rivolto a chi combatte in prima linea il tremendo nemico invisibile, ma anche fiducioso che, una volta arginato questo infido virus, si possa ripartire e vivere più consapevoli delle nostre reali possibilità, affidandoci alla Conoscenza.

Vediamo intanto che cos'è un virus in generale. La parola deriva dal latino veleno, sostanza venefica, e rappresenta un microrganismo privo di cellule. Questo organismo, ai margini della vita, è un parassita, in quanto si replica esclusivamente all'interno delle cellule di altri organismi. I virus possono infettare tutti i tipi di forme di vita, dagli animali, alle piante, ai microrganismi.

Già alla fine del diciannovesimo secolo il Prof. Dmitrij Iosifovi? Ivanovskij, botanico e biologo russo, docente dell’Università di Varsavia, uno degli scopritori dei virus e tra i fondatori della virologia, aveva descritto alcune malattie delle piante di tabacco attaccate da un virus, la fermentazione del lievito, la microbiologia del suolo, e la fotosintesi, osservandole con le apparecchiature scientifiche del tempo.

Nel frattempo, tributando un grande sostegno alla Scienza, studiosi come Louis Pasteur, ed i suoi assistenti, tra cui Charles Chamberland (colera), Robert Koch (tubercolosi), Martinus Beijerinck (mosaico del tabacco), Friedrich Loeffler (difterite), Il'ja Il'i? Me?nikov (fagocitosi, tra l’altro condusse esperimenti anche a Napoli), Karl Landsteiner (poliomielite), iniziavano lo studio degli esseri microscopici e mostravano quanto queste forme di vita incidessero nella vita degli uomini.

Secondo le loro scoperte, i microbi erano non solo responsabili delle fermentazioni e la causa di alcune malattie, ma dimostrarono, attraverso l’uso e il controllo di alcuni ceppi virali, che era possibile conferire all'uomo l’immunità a questi piccoli esseri viventi.  Da allora, sono stati scoperti circa 5 000 specie di virus, anche se gli scienziati ritengono che ve ne siano milioni di diversi tipi. I virus si trovano in quasi tutti gli ecosistemi della Terra e rappresentano l'entità biologica più abbondante in assoluto Alcuni biologi li considerano una forma di vita, poiché sono possessori di materiale genetico, si riproducono e si evolvono attraverso la selezione naturale. Tuttavia, sono privi di alcune importanti caratteristiche, come la struttura delle cellule e un metabolismo. I virus si sviluppano in molti modi; quelli delle piante vengono spesso trasmessi da pianta a pianta per mezzo degli insetti che si nutrono della loro linfa, come ad esempio gli afidi, mentre negli animali possono essere trasportati da insetti succhiatori di sangue. Questi organismi sono noti come vettori. I virus influenzali si diffondono attraverso la tosse e gli starnuti o la respirazione ravvicinata.

Negli ultimi 30 anni la virologia ha avuto un enorme sviluppo portando contributi fondamentali alla biologia e alla medicina, avvalorato anche dalla constatazione che diversi premi Nobel sono stati assegnati a scienziati impegnati in questa disciplina; tra questi l’esimio Renato Dulbecco.

Fortunatamente, la virologia, ha esteso i suoi approfondimenti a livello molecolare fornendo modelli per studi di fisiologia cellulare, di fenomeni ereditari e sulla formazione e lo sviluppo dei tumori spontanei o provocati sperimentalmente. Oggi sappiamo che le infezioni virali sono estremamente diffuse; in pratica sono state trovate in tutti i tipi di forme viventi e sono caratterizzate da una grande varietà di sintomi. Sono stati individuati e si continuano a individuare nuovi tipi di virus e di virosi corrispondenti nel regno sia animale che vegetale.

Ma come si muovono la Scienza e la Medicina per il controllo dell'infezione virale? Oltre allo sradicamento dei vettori portatori di virus, esistono due principali approcci per controllare le infezioni virali: la vaccinazione, usata con successo da molti anni, e la chemioterapia, nuova, quindi ancora in via sperimentale, e per ora utile solo in casi speciali. Il primo esempio d’immunizzazione efficace contro un agente infettivo fu quello contro il vaiolo, isolato da un Professore, medico e naturalista di Berkeley, Edward. Jenner, (1749 - 1823). Qui entra in gioco, parzialmente, anche Forio con la sua storia. Lo scultore Giovanni Maltese fu, infatti, allievo del M° Giulio Monteverde, il quale volle onorare con un gruppo marmoreo il dramma della sperimentazione. Il Professore del Gloucestershire, in Gran Bretagna, non avendo cavie, inoculò il siero del vaccino anti vaiolo al figlio ottenendone la guarigione. Il successo di Jenner era basato sull'uso del virus-vaccino, un virus dal punto di vista immunologico, correlato a quello del vaiolo, quindi attenuato, non virulento come questo.

Negli animali, le infezioni virali provocano una risposta immunitaria che solitamente elimina il virus infettante. Le risposte immunitarie possono essere prodotte anche da vaccini, che conferiscono un'immunità artificialmente acquisita per l'infezione virale specifica. Tuttavia, alcuni virus, compresi quelli che causano l'AIDS e l'epatite virale, sono in grado di eludere queste risposte immunitarie e provocano infezioni croniche.

Da notare che gli antibiotici non hanno alcun effetto sui virus, ma sono stati sviluppati diversi farmaci antivirali.

Concludo augurandomi che questa lettura possa essere stata d’aiuto poiché, per combattere un nemico bisogna conoscerlo e spero di aver reso un mio piccolo contributo. Desidero comunicare, inoltre, che l’Associazione Radici mantiene virtualmente aperto il Museo Civico Giovanni Maltese al sito www.iltorrioneforio.it ove è possibile interagire inviando foto, curiosità, documenti inediti, inerenti il Torrione, nella sezione I tuoi eventi.

Luigi Castaldi